Scandalo a Bari: intercettazioni rivelano manipolazioni nelle gare d’appalto e connessioni politiche oscure.
L’indagine che ha colpito il Comune di Bari e la Regione Puglia porta alla luce la complessa rete di corruzione e le manipolazioni nelle gare d’appalto che coinvolgono figure politiche di alto profilo.
Dettagli emergenti dalle intercettazioni
Le conversazioni intercettate e le indagini condotte dalla Guardia di Finanza svelano il tentativo di Alessandro D’Adamo, ex assessore al Bilancio di Bari, di influenzare l’assegnazione di un appalto per la gestione dei tributi comunali, specificatamente Tarsu, Tari, Tares e Ici-Imu. “La Repubblica” riporta che il valore dell’appalto ammontava a 5,5 milioni di euro e che l’intento era di assegnarlo a una ditta considerata “amica degli amici” .
Francesco Catanese, dirigente della Ragioneria del Comune, emerge come figura chiave in questa presunta manipolazione. “Era fondamentale far assegnare all’azienda amica l’appalto“, riporta “La Repubblica” nelle parole di Catanese, evidenziando come il sistema fosse orchestrato per beneficiare particolari interessi .
Connessioni politiche e pressioni
Le interazioni tra D’Adamo e altre figure politiche sono centrali nell’inchiesta. Secondo “La Repubblica”, D’Adamo non solo era legato professionalmente a Catanese, ma manteneva anche rapporti stretti con Alfonso Pisicchio e Anita Maurodinoia, esponenti del partito “Sud al centro” . Questi legami politici erano sfruttati per influenzare le decisioni amministrative, come dimostrato dalle chat in cui D’Adamo afferma di aver interceduto presso i suoi superiori politici per risolvere questioni interne: “Ho parlato con Alfonso, che parlerà con il sindaco“, e in un’altra occasione, “Ho parlato anche con Anita” .
Queste dichiarazioni evidenziano non solo le prassi di influenzamento diretto nelle decisioni amministrative, ma anche come queste pratiche fossero consuetudini accettate e parte della cultura politica all’interno delle istituzioni baresi.
Il caso di Bari e della Regione Puglia offre uno sguardo inquietante su come le intersezioni tra politica e interessi economici privati possano corrodere le basi della gestione pubblica e della fiducia civica, sollevando interrogativi critici sulla trasparenza e l’integrità dei processi amministrativi.